La provocazione di D’Alema “ci vorrebbe un 8 x mille all’islam per le moschee” ha suscitato facili reazioni emotive, eppure ancora una volta il vecchio volpone centra una questione: lo stato italiano ha convenzioni (anche economiche) con una serie di religioni, la cattolica, la luterana, la valdese, la ortodossa, la ebraica, testimoni di Geova, buddisti, forse altri.
Il problema per il mancato accordo con l’Islam finora è stata la sua divisione in tre associazioni distinte (ma, appunto, i cristiani non sono divisi in molte chiese, forse??) e l’ostilità politica. Noi paghiamo, alla chiesa cattolica (quindi anche ad Adinolfi o Radio Maria) non solo prebende e sconti di ogni genere, ma la costruzione delle chiese, che sono classificate come opere accessorie urbanistiche, e che quindi DEVONO essere costruite così come marciapiedi e fognature, obbligatoriamente e col denaro di tutti (anche degli atei, dei protestanti, dei musulmani).
La questione è quindi da porsi in questo modo: o si vieta il culto islamico in Italia, la sua manifestazione, la sua fede, e lo si bandisce per Costituzione, perseguitando secondo legge i suoi aderenti, o la smettiamo di lamentarci del fatto che le moschee siano costruite e quindi OVVIAMENTE controllate da Qatar e Arabia Saudita, che, se mettono i soldi, è naturale che mettano anche gli imam.
Io sono un laico ateo razionalista, e spazzerei via tutte le religioni, cominciando non solo da negargli i soldi, ma tassandole e spremendole finché non hanno consegnato tutte le loro scuolacce, conventacci, terreni a ettari, gioielli, ori, proprietà, musei e palazzi, però in questo sistema costituzionale il problema va posto e risolto, le strade non sono infinite, si deve scegliere, e D’Alema ha sollevato il tema, ora sentiamo tutti gli inteligentoni cosa sanno rispondere. Forse niente, per continuare a lamentarsi all’infinito.
PS:
aggiungo al mio ragionamento: io sono per una sorta di islamismo di stato, sulla falsariga delle chiese cristiane luterane o ortodosse di stato, che sono controllate dalle istituzioni statali e che alle regole dello stato si devono obbligare (la chiesa nazionale svedese celebra i matrimoni gay, come da legge locale, e zitta, altro che obiettori di coscienza per l’aborto). Voglio imam italiani, nati e cresciuti in Italia, che celebrano i riti solo in italiano, e che devono giurare fedeltà alla costituzione. Lo stesso dovrebbero fare i preti cattolici, è ovvio, ma da noi sono i politici repubblicani che giurano fedeltà al Vaticano.
Marco Ottanelli