Fino al Rinascimento la storia intellettuale dell’Europa non e’ altro che un capitolo della storia della chiesa in quanto tutto il Medio Evo è interamente cristiano.
Il pensiero laico e’ talmente scarso se non inesistente che anche coloro che lottano contro la chiesa ne sono completamente dominati e non si propongono altro che di trasformarla, ma mai di mettere in discussione l’esistenza di Dio.
I laici non sono liberi pensatori, bensì eretici. Con il Rinascimento il controllo della chiesa viene messo in discussione. Il clero perde il monopolio della scienza.
Fu l’Islam a far da centro di raccolta e dare continuità alle scienze e alla filosofia che provenendo dall’India e da Babilonia erano passate alla Grecia e a Bisanzio e dalla sua parte orientale erano passate alla Spagna musulmana e da qui in Occidente. Era stato a Toledo che i monaci avevano trovato le traduzioni di Aristotele, che a loro volta tradussero, facendolo conoscere in Occidente e studiare nelle Università.
Anche la vita spirituale si laicizza – la filosofia cessa di essere l’ancella della teologia e l’arte, al pari della letteratura, si emancipa dalla tutela secolare che le viene imposta fin dal secolo VIII.
All’ideale ascetico si sostituisce un ideale puramente umano, di cui si trova la più alta espressione nell’Antichità. L’umanista prende il posto del chierico, cosi come la virtù prende il posto della devozione. Ma, se si può dire con una certa esattezza che il Rinascimento sostituisce l’uomo al cristiano, non e’ altrettanto esatto dire che e’ antireligioso.
Come ha fatto notare uno dei massimi esperti del rinascimento, lo storico inglese Peter Burke:
“la visione del mondo rinascimentale non si configura tanto come desacralizzazione del mondo e dell’arte, visto che l’uomo rinascimentale si preoccupa della salvezza della propria anima quanto quello medievale. L’obiettivo è piuttosto quello di manifestare l’ordine divino attraverso strumenti terreni, al fine di renderlo più incisivo agli occhi dei fedeli”.
E’ verissimo dire, invece, che e’ anticlericale. Non solo per gli umanisti italiani, ma per cristiani convinti come un Erasmo o un Tommaso Moro, la pretesa dei teologi di dettare legge alla scienza, alle lettere e alla morale stessa, e’ tanto ridicola quanto nefasta.
Essi sognano di conciliare la religione con il mondo.
Il Rinascimento si e’ posto il problema religioso, ma non ha fatto altro che tratteggiare la soluzione moderata, prudente e aristocratica.
La Riforma gli ha sbarrato il passo con la foga, la violenza e l’intolleranza.
Occorrerà attendere ancora tre secoli affinché l’Illuminismo apra le menti e la Rivoluzione Francese tolga il potere alla chiesa.