“Silence” il nuovo film di Martin Scorsese è basato sull’omonimo romanzo dello scrittore Shūsaku Endo che racconta la storia di due missionari gesuiti i quali intraprendono un viaggio ricco di insidie nel Giappone del XVII secolo al fine di ritrovare il proprio mentore e indagare su presunte persecuzioni religiose.
Due furono le cause principali che favorirono il rapido stanziamento nel paese del Sol Levante dei missionari gesuiti: la tolleranza religiosa dei suoi abitanti e l’intricata situazione politica.
In tutto l’arco della storia giapponese troviamo infatti che diverse religioni e credenze hanno potuto tranquillamente coesistere, sempre che non pretendessero avere addentellati politici. Il cattolicesimo si presentava, almeno in apparenza, molto simile al buddhismo; anzi data la difficolta’ di rendere in giapponese il concetto occidentale di dio, talvolta addirittura scambiato per quello.
Basti pensare che Francesco Saverio (Francisco de Jasso Azpilcueta Atondo y Aznares de Javier, comunemente noto con il nome italianizzato in Francesco Saverio) stesso esortava i giapponesi ad adorare Dainichi (il Budda Vairocana) convinto di rendere con dainichi l’idea di dio.
Cause di vario genere hanno contribuito a determinare il mutamento della benevola tolleranza dei giapponesi: Per prima fu l’avidita’ dei gesuiti seguita dallo zelo religioso dei francescani. Avvenne poi l’arrivo in Giappone degli olandesi e degli inglesi molto meno superbi dai portoghesi e dagli spagnoli…..I nuovi arrivati facevano commercio che era vantaggioso per ambedue le parti senza sbarcare ecclesiastici desiderosi di operare conversioni con zelo e ad ogni costo; essi non si intromettevano nella politica interna del paese e molto abilmente non dimenticarono di avvertire il governo giapponese dell’appoggio reciproco che si prestavano nelle loro conquiste coloniali sia la chiesa cattolica che lo stato ispano e quello portoghese.
Tramite gli olandesi il governo giapponese venne a conoscenza della bolla “Inter Coetera” di Alessandro VI scritta il 3 maggio 1493, su richiesta dei Re Cattolici di Spagna nella quale il vescovo di Roma tracciava una linea retta (raya) dall’Artico all’Antartico, cento leghe a ovest delle isole di Capo Verde (al largo dell’attuale Senegal) assegnando al Portogallo tutte le nuove scoperte a oriente di quella linea, e alla Spagna tutte quelle a “occidente e mezzogiorno”quindi il Giappone.
Non vi e’ dinque da meravigliarsi se la religione cattolica abbia finito con l’apparire come un serio pericolo per l’unita’ e l’indipendenza dell’impero giapponese la cui sicurezza ormai esigeva che quella religione fosse tolta di mezzo senza nessun indugio.
Nel 1614 fu pubblicata l’ordinanza (la tavola con il manifesto si trova nel museo Ueno di Tokyo) che proibiva la dottrina cristiana in quanto essa appariva pericolosa per lo Stato e ordinava l’esilio della “masnada cristiana” (cit.) Di una persecuzione generale e sanguinosa dei cristiani non si parla in quel editto; queste cominciarono sotto Hidetada,diventato schogun nel 1623……